La macchina del tempo di Luciano Marconi I pedigreed – Edizioni Ulivo 2014 Pag. 172 – fr. 25.00
“In ogni bambino, e in ogni uomo che abbia conservato l’innocenza, avvince alla parola l’accadere del miracolo, il rivelarsi dell’occulto: la parola che si fa chiave di un rapporto incessante tra il mondo dei corpi e quello delle essenze, il vincolo che intercorre tra il seme e la creatura. Luciano Marconi, che è poeta e conosce i segreti della parola, non si addentra nell’armamentario consueto della fiaba, – pur non mancando nei suoi racconti gli animali che parlano, i giganti che frequentano gli uomini, l’animarsi delle cose e delle piante – ma ne afferra il senso riposto, ne accentua il carattere discorsivo e metaforico. Ciò che conta è la coscienza dell’uomo, il rapporto con la sua origine e con le possibilità dell’anima, il riappropriarsi del proprio destino, il tener vivo nell’uomo lo spalancarsi dell’infinito. (…) Queste favole tendono a riproporre il “miracolo dell’esistere” e la fiducia in qualcosa di più gioioso dell’inesorabile “assuefazione alla morte”, di più elevato di un destino di “polvere e di miseria”: la riscoperta di una bellezza e di un significato, il rinnovare la speranza al respiro dell’uomo”.