Chiara cantante e altre capraie

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di Doris Femminis
edito da Pentagora (2016)
Pagine: 226

In un villaggio di montagna d'inizio secolo, durante un inverno straordinario, una giovane sposa partorisce una bambina deforme, nutrendo così le paure dei Cavergnesi che temono le forze del Male. Grazie al trambusto che destabilizza anche la scorbutica Elisa, Vincenzo riesce a conquistarla e, dalla loro unione, nascono Emma e Chiara che, ognuna a modo suo, lotteranno per non farsi annientare dalla dispotica madre. Accanto a loro si intrecciano le vicende di Agata e delle sue scelte laboriose e di Marta, un'orfana timida marchiata dalla passione. Storie di amicizie tra donne e destini di solitudine, di amori contrastati, violenti e scandalosi, di maternità, miracoli, contrabbando, internati e partigiani di passaggio. Sullo sfondo della transumanza e dell'allevamento, quattro bambine diventano donne in un mondo di rigidi codici, confrontate al mutamento inafferrabile della guerra e del progresso che cambieranno per sempre la vita dei contadini.

L'ala scordata

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Poesie di Alberto Gianinazzi
edito da Aletti Editore

Prefazione di Alessandro Quasimodo

“Nel gran cerchio de l’Alpi, su ‘l granito / squallido e scialbo, su’ i ghiacciai candenti / regna sereno intenso ed infinito / nel suo gran¬de silenzio il mezzodì.” (Da Mezzogiorno alpino di Giosuè Carducci)

La raccolta di Alberto Gianinazzi dedica molto spazio al paesaggio montano. Il candore dei ghiacciai, il silenzio che regna tra le alte vette, il desiderio di raggiungere la meta sono temi fondamentali per capire la poetica dell’autore: “Qui su questo sasso erratico / approdato sulla riva glaciale / siedo sui miei pensieri…/ E più in alto ancora / sopra i pascoli morenici / l’ultimo pendio scosceso / della montagna, prima di toccare il cielo, / il manto bianco e le nevi eterne.” Questi scorci paesistici sembrano ricreare quell’armonia che abbiamo smarrito o dimenticato. Non è facile cercare il senso del nostro cammino, ritrovare un contatto con il trascendente, scoprire dove giunge il sentiero che stiamo percorrendo. Siamo simili al lupo solitario, senza più il branco di appartenenza, che si aggira triste, come il bracconiere, nella landa deserta, illuminata dalla luna. Interrogandoci sullo scopo del nostro viaggio, cerchiamo di instaurare un dialogo con gli altri. Proviamo, così, momenti di intensa passione, ma anche di inevitabili delusioni e abbandoni. L’amore, infatti, dona gioie, stati d’animo intensi e, nel contempo, dolore, quando la persona cara si allontana, magari repentinamente: “Chissà perché è stato / tutto inutile fra noi, / il lume di candela, / le tende colorate, / le coperte rivoltate…/ la cena preparata / la salvia e il rosmarino…/ la cucina lucidata?…” L’utilizzo di rime baciate e di anafore crea un ritmo particolare e focalizza il messaggio comunicato. Interessante nei versi citati il connubio tra toni aulici e quotidiani. Viene in mente il celebre testo di Guido Gozzano La signorina Felicita in cui l’andamento ironico evita che una situazione di profonda nostalgia si trasformi in sentimentalismo: “Tu non fai versi. Tagli le camicie / per tuo padre. Hai fatto la seconda / classe, t’han detto che la Terra è tonda, / ma tu non credi… E non mediti Nietzsche…” La silloge valorizza, in ogni caso, il rapporto con le altre persone e sottolinea l’importanza degli affetti familiari che restano sempre un punto di riferimento. Il padre, la madre, gli insegnanti rimangono nel nostro cuore. Affiorano ricordi di momenti trascorsi insieme che ci permettono di affrontare gravi angosce. Quando la morte pare dominare i nostri pensieri, ecco, invece, affacciarsi ancora la vita con i suoi colori affascinanti; l’ala scordata, che rinnova lo spirito, permette di cogliere segrete e insolite corrispondenze nella natura.

Dal tramonto all'alba

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Poesie di Noè Albergati
edito da alla chiara fonte

Prefazione di Simone Pellicioli

L'arca della poesia onesta

Il grande poeta Umberto Saba, nel suo celebre testo Quello che resta da fare ai poeti del 1911, scriveva che “ai poeti resta da fare la poesia onesta”. Questo è ciò che traspare dalla prima raccolta poetica di Noè Albergati, l’onestà di intenti e di sentimenti verso il proprio vissuto che riversa nei suoi versi. I componimenti prendono sempre ispirazione da un evento della sua vita che viene trasformato e reso universale dai ragionamenti e dalle sensazioni provate.

Gli elementi che emergono provengono dai luoghi in cui il poeta ha vissuto e dalle esperienze intraprese. Possiamo riconoscere i monti ticinesi, le selve e la vita contadina; le persone veramente incontrate come l’agricoltore o la signora anziana incrociati durante il servizio civile. Gli incontri non sono solamente quelli reali, ma anche e felicemente quelli letterari. Sfogliando le pagine incrociamo, più o meno nascosti, Orelli, Montale, Leopardi, Calvino, Magrelli, ecc.

I componimenti, non datati, non sono inseriti nella raccolta in ordine cronologico, ma tematico. Questo ci permette di avere in mano un lavoro omogeneo e meno legato alle contingenze connesse alla scrittura della prima stesura. Le poesie sono qui per la prima volta riunite e si mostrano nella loro forma definitiva. Rivisitate in occasione della presente pubblicazione, sono inserite in un percorso che le valorizza e le collega. Le gemme poetiche sono finalmente incastonate nella corona del macrotesto e risplendono così non solo di luce propria, ma anche grazie al riflesso e al riverbero che le altre emanano.

Dal tramonto all’alba ci impone un percorso a ritroso nel tempo, come se andare avanti, in questi tempi incerti, non fosse possibile. C’è la volontà di non farci attraversare la notte, fisica e metafisica, ma di riportarci verso le ore di luce e alla nascita di quella luminosità che ci permette di guardare, vedere e comprendere il mondo. Le varie sezioni offrono un bagliore e un barbaglio diverso per affrontare i testi e ci invitano a leggerle nel momento a loro dedicate, così che la lettura non possa essere svolta tutta d’un fiato, ma su diverse giornate, con la giusta lentezza con la quale dovrebbero essere godute e assimilate.

La temporalità è ispirata e in parte spiegata dalla prima poesia. In sostanza la regressione del giorno si lega al tenore generale della sezione, da un tramonto in cui grande peso hanno i ricordi, magari un po’ sbiaditi e malinconici, si passa al pomeriggio, ossia la maturità piena, quando le responsabilità e le scelte da prendere pesano di più, quando la consapevolezza che si ha è maggiore e quindi si avverte un’inquietudine più pungente. C’è poi la metà del giorno, lo Zenit, in cui il poeta ha inserito un testo di cerniera, che collegasse le parti. Il mattino equivale all’adolescenza, un periodo in cui si cercano dei modelli, ma in cui c’è anche il rischio di non distinguere quelli veri dai semplici idoli. L’alba è l’infanzia, quando tutto sembra più chiaro perché si ha un orizzonte limitato, quando tutto sembra positivo, perché si sta ancora esplorando e scoprendo. La notte sarebbe il momento prima della nascita, i mesi del feto, che ha già sensazioni e impressioni, ma frammentarie, così come lo sono i testi proposti.

Tutti questi momenti si legano però anche a come i raggi del sole illuminano nei vari momenti della giornata, da una perdita di colore, come se gli oggetti si spegnessero o si allontanassero al tramonto, a una luce intensa, che evidenzia tutti i difetti nel pomeriggio, al mattino dove c’è una luminosità meno cruda, più dolce e positiva, all’alba che delinea i contorni degli oggetti e ridona loro colore, facendoli riemergere dalla notte.

Ritornare all’alba dei tempi, o più semplicemente all’inizio della metaforica giornata, ci permette di tornare alle nostre origini, all’essenza degli elementi quotidiani che diamo per scontati. Questo viaggio a ritroso il poeta lo compie anche a livello culturale, c’è una sezione che prende spunto dal mito e che lo fa proprio modernizzandolo e dissacrandolo. Le poesie sono un punto fissato nel continuum spazio-temporale al quale l’autore e i lettori possono tornare, come attraverso una speciale macchina del tempo, per rivivere i momenti più significativi di un’esistenza, i momenti che, attraverso una riflessione, ci hanno permesso di cambiare il nostro sguardo sulla realtà.

Questo giorno al contrario è quindi al contempo il desiderio del regresso, davanti alle difficoltà, di tornare agli instanti in cui tutto era più facile, fino all’estremo dell’annullamento nel grembo materno, ma anche la volontà di lottare, di andare avanti, proprio facendo frutto di tutti i momenti, di vivere fino in fondo i nostri attimi, comprendendoli il più possibile. Il fatto che le sezioni coesistano all’interno dello stesso libretto, rispecchia l’analoga compresenza di questi diversi momenti in tutta la nostra vita.

Dal punto di vista formale le poesie sono molto diverse, alcune hanno un titolo, altre no, alcune hanno delle strofe, altre sono monolitiche, alcune giocano con la varianza dei versi, altre sono più formali e rigorose, con le proprie regole interne. Le rime, considerate forse un gioco facile, vengono usate con parsimonia e perciò sono ancora più preziose e importanti quando utilizzate. La lingua, anche se mai banale, non sfocia in astruse ricercatezze o lemmi desueti, ma resta ancorata alla concretezza e alla chiarezza delle intenzioni esposte. L’uso sapiente delle figure retoriche dimostra la frequentazione di testi importanti e la padronanza degli strumenti lirici. Un elemento interessante, e forse unico nel suo genere, è l’utilizzo delle parentesi per sdoppiare il significato di alcune parole. Per esempio la parola “sche(r)mi” in una poesia assume il duplice significato di “schemi” e “schermi”.

Nella poesia Il profeta viene mostrato l’essere umano nella sua più nuda vanità, nelle sue stranezze, con i suoi paradossi e le sue contraddizioni. In questa poesia manifesto l’autore si espone maggiormente, ma non giudica. Anche lui chiede, nel poema Finestre come cornee smerigliate, di poter essere “falso profeta del suo futuro”, dimostrando la sua umanità e l’appartenenza a una società che ha bisogno di sondare l’avvenire, generando però legami saldi con il passato e testi intrisi di radici. Saba stesso aveva previsto l’urgenza degli elementi che Albergati ha racchiuso nella sua poetica: “Ai poeti della generazione presente resta … un ritorno alle origini: con un’opera forse più di selezione e di rifacimento che di novissima creazione: resta ad essi quello che finora fu solo raramente e parzialmente compiuto, la poesia onesta.”

Complimenti, in amicizia, all’autore, con l’augurio che la sua opera prima sia solamente la prima di una lunga e fortunata carriera di scrittore.

Il freddo respiro del lago

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di Giovanni Soldati
edito da Fontana Edizioni
Copertina: flessibile, 13x20 cm
Prezzo: 18 franchi
Pagine: 178

Adriana Veri, l’affascinante commissaria di una cittadina affacciata sul lago, si trova confrontata con un controverso caso di suicidio. Tramite la soffiata di un personaggio che a lungo misterioso, la vicenda diviene vieppiù complessa e coinvolgente. Davvero si tratta di suicidio? L’aiuto di un giornalista, col quale si instaura presto una relazione sentimentale sempre più intensa, porta la donna a fare i conti col passato e con le proprie fragilità. Indagando su precedenti casi analoghi emergono evidenti, e criminosi, punti in comune. È solo casualità o il disegno di un assassino seriale? Alla commissaria, con la sua collaudata squadra, l’arduo compito di sbrogliare la matassa e di restituire serenità alla piccola cittadina di provincia. Un romanzo, Il freddo respiro del lago, nel quale emozioni e sentimenti forti, ormai da considerarsi cifra stilistica dell’autore, giocano un ruolo fondamentale. Un giallo psicologico con immancabile finale a sorpresa. Giovanni Soldati, nato nel 1953, vive a Novazzano, dove ha insegnato per 42 anni. La scrittura è da sempre una passione e una necessità. Soldati ha pubblicato racconti, romanzi e qualche timida poesia. Diversi suoi racconti sono stati premiati a più riprese in occasione di Chiassoletteraria, Premio Fogazzaro, Castelli di carta, Premio Pontemagico, Premio Città di Como, Premio Andrea Testore – Plinio Martini, Premio Caffè delle Arti/Roma. Nel 2018 aveva pubblicato per Fontana un altro romanzo poliziesco Qualcuno sa perché, un libro che rappresenta un antefatto della sua nuova pubblicazione, per tematiche e stile.

Il mio nome era 125

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di Matteo Beltrami
edito da Edizioni Ulivo

“Il mio nome era 125” è un romanzo storico sul tema delle misure coercitive a scopi assistenziali, metodi di internamento di minori e adulti che hanno caratterizzato il funzionamento sociale e istituzionale del nostro paese per molti decenni, fino all’inizio degli anni Ottanta. Il libro è biografico, è ambientato prevalentemente a Bellinzona ed è ispirato dalla reale storia di Piero, un bambino nato nel 1948 che viene internato presso l’Istituto von Mentlen, tutt’oggi attivo nella capitale ticinese.

Piloti ticinesi da Grand Prix – 111 anni di emozioni

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di Giorgio Keller
edito da Fontana Edizioni
Prezzo: 58 franchi
Pagine: 400, con 1100 fotografie

Vittorie da prime pagine internazionali, imprese poco note, sconfitte brucianti e auto ferme ai box: attorno a questi paletti l’autore Giorgio Keller ha seguito una quarantina di traiettorie accomunate da un legame comune al sud delle Alpi. «Piloti ticinesi da Grand Prix - 111 anni di emozioni» (Fontana Edizioni) è un nuovissimo libro che esce i primi giorni di dicembre, ricco di ben 400 pagine che ci conduce lungo questi viaggi nella storia di un'attività iniziata all'inizio del secolo scorso, raccontando in modo coinvolgente le gesta, gli episodi di vita e di avventure che hanno fatto del nostro cantone quello che più di tutti ha forgiato corridori di Gran Premi (GP), Motomondiale o alla 24 Ore di Le Mans. A introdurre ogni biografia un sommarietto che incuriosisce e proietta nel cuore della vicenda sportiva de! protagonista di turno, di cui l'autore, oltre alla carriera, tratteggia origini e personalità, completandolo con aneddoti, amicizie, legami e rotture di motore. I giri della vita insomma: un mosaico di vissuti, incontri e - nel vero senso del termine - scontri che costellano le cronache di queste vite spinte ai limiti. Ritratti che si espandono e vengono collocati in un contesto più ampio della storia dello sport motoristico, e di quella con la S maiuscola.

Silenzi

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di Luca Brunoni
edito da Gabriele Capelli Editore
Copertina: flessibile, 15x21 cm
Prezzo: 18 euro
Pagine: 200

Inizi Anni Cinquanta.

Ida ha tredici anni quando deve trasferirsi dalla città in un piccolo villaggio di montagna. Porta con sé un segreto lacerante e l’impatto con la vita da contadina – complice la severità dei genitori affidatari – non aiuta a lenire la ferita. Intanto, nel villaggio l’atmosfera si è fatta cupa: misteri e bugie gravano sempre più sugli abitanti come le nuvole avvinghiate alle cime delle montagne.

Ida intravede uno spiraglio di felicità grazie all’amicizia clandestina con Noah, un adolescente irrequieto che sogna una vita lontana da lì. Una mattina, però, la ragazza si trova nel posto sbagliato al momento sbagliato e quello che accade cambierà tutto.

Lei e Noah decidono di fuggire insieme, ma una serie di eventi improvvisi e insospettabili complica i loro piani, costringendo Ida a fare i conti non soltanto con il suo segreto ma anche con quelli dell’intero villaggio.

Dietro le apparenze siamo rockstar

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di Cristiano Perli
edito da il Quadrifoglio in Miniatura
Pagine: 112
Prezzo: 15 CHF / 12 EUR
Link alla pagina del libro

Dietro le apparenze siamo Rockstar conosce una gestazione lunghissima, tant'è che l’autore lo chiama "il libro che non avrà mai fine". Non solo un modo di dire, questa raccolta si evolverà nel tempo permettendo a chi lo acquisterà di goderne in tutta la sua completezza con le sue trasformazioni che si susseguiranno. Se non ci credete… basta scoprirlo!

Il mistero della rotoballa

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di Mirko Stoppa
edito da Createspace independent Publishing Plattform (Amazon)
Copertina flessibile
In uscita a luglio 2019

A differenza dei romanzi già pubblicati, si ispira a fatti realmente accaduti. Qui, però, lo sviluppo della narrazione prende un’altra strada con un finale che, a differenza dei precedenti racconti, mostra i limiti dell’ex poliziotto Livio Rezzonico: la certezza non appartiene al mondo del crimine.

Un'ombra sul lago

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di Dario Galimberti
edito da Libromania
Copertina: rigida
In uscita a luglio 2019

Vincitore del premio Fai viaggiare la tua storia - 2019 

Lugano, 29 ottobre 1934.

Il delegato Ezechiele Beretta, massima autorità della polizia cittadina, se ne sta rintanato in un angolo del bar Lugano a gustarsi il primo caffè del mattino, quando il trambusto proveniente dall'esterno attira la sua attenzione. Gli abitanti del malfamato Sassello avanzano verso il centro della piazza al seguito di Mosè Guerreschi che incede lentamente con la piccola Ombretta aggrappata ai suoi pantaloni vecchi e logori e un fagotto stretto in braccio. Non portano problemi. Quella processione è una richiesta d'aiuto.

Beretta afferra il fagotto, una vecchia coperta militare da cui spunta la testa di un bambino esanime, Agostino Guerreschi, e si precipita in ospedale dove si assicura che il piccolo riceva cure adeguate. La ricostruzione di Agostino viene archiviata come una fantasia infantile, un modo per coprire le marachelle che hanno portato a quell'incidente quasi mortale.

Pochi giorni dopo, però, quando Ombretta viene rapita in circostanze analoghe sotto gli occhi della madre e di una vicina, Beretta maledice le sue conclusioni affrettate e capisce che non c'è un attimo da perdere se vuole restituire a quella povera famiglia la bambina sana e salva.

Tra false piste, intuizioni geniali e squarci sulla vita privata del tormentato protagonista, le indagini procedono faticosamente, ostacolate dai poteri forti della città che non vogliono guai, mentre ombre sempre più minacciose si allungano sulle acque blu del lago che bagna la città.

Come tanti piccoli ricordi

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di Mattia Bertoldi
edito da Tre60/TEA
Copertina: rigida
Prezzo: 16.80 euro
Pagine: 300

Manlio è un «assistente per la memoria»: si prende cioè cura di chi ha una testa «che non funziona più tanto bene». È un tipo all’antica, proprio come il suo nome, e spesso racconta ai suoi assistiti la storia del suo grande amore con Bianca, naufragato pochi mesi prima a un passo dal matrimonio. Tanto poi se lo dimenticano, pensa, e lui può riprendere a macerarsi nella nostalgia.

Abituato a pazienti in là con gli anni, Manlio è turbato quando si trova di fronte Camilla, che di anni non ne ha neppure quaranta e ha perso la memoria a causa di un aneurisma. Non solo: orgogliosa e testarda, sulle prime la ragazza rifiuta il suo aiuto, convinta di potersela cavare da sola. Ma la quieta determinazione di Manlio e l’aura di malinconia che lo pervade finiscono per aprire una breccia. Camilla gli permetterà d’insegnarle a ricordare di nuovo, ma a una condizione: che lei possa aiutarlo a dimenticare la sua ex. In fondo, dimenticare è la cosa che le riesce meglio, no?

In apparenza, un patto perfetto.

Almeno finché non arriva l’amore. Un amore fragile eppure intenso, travolgente, tra un uomo col cuore spezzato e una donna che, da un momento all’altro, non ricorda più volti, cose, emozioni.

Ma un giorno, nella vita di Manlio, riappare Bianca…

Comunque. Tell

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di Flavio Stroppini (illustrazioni di Luca Pennella)
edito da Gabriele Capelli Editore
Copertina: flessibile
Formato: 12×16 cm
Prezzo: 15 franchi
Pagine: 72 (17 illustrazioni)

La leggenda di Guglielmo Tell in chiave umoristica e dissacrante.
Fatti storici e deduzioni si mescolano dando vita a una nuova lettura della storia più conosciuta della Svizzera. Comunque. Tell è un ritratto inedito e sarcastico dell’eroe nazionale.

Prima presentazione del libro:

Lunedì 8 aprile 2019, alle 19, al Teatro Sociale di Bellinzona.
Fabiano Alborghetti dialoga con Flavio Stroppini
Letture di Margherita Saltamacchia
Musica di Matteo Carassini

Il Principe del lago blu cobalto

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di Eli Mordasini
edito da Fontana edizioni
Formato: 14×21 cm
Prezzo: 18 franchi
Pagine: 100

Presentazione dell’autore:

Dopo il successo ottenuto con il mio primo libro Il cane che abbaiava alle campane nel 2014 ho deciso di raccogliere una parte delle “Storie della mia gente” in questo secondo volume, aggiungendone parecchie inedite. Si tratta di una raccolta eterogenea con “Storie” anche molto diverse fra loro, a volte serie, altre volte divertenti, ma tutte rivolte alle vicende di vita umana nelle sue molteplici sfaccettature. Storie mai banali e meno ancora usando linguaggio volgare. Aggiungo qui di seguito una breve parte della Prefazione che ha dedicato a questo mio lavoro letterario l’Amico Francesco Giudici, (CeK) che fu pure il correttore dei testi. Francesco scrive: “Nel correggere i testi ho cercato così di mediare, da un lato rispettando il più possibile il suo modo di presentare le vicende e dall’altro di mantenere un sufficiente rispetto per le regole alle quali la lingua italiana deve pur obbedire. In questo lavoro mi è stato di enorme aiuto la lettura di José Saramago, il premio Nobel del 1998, che in molti suoi libri ha usato un modo di esprimersi tipico del raccontare con periodi lunghi e con una punteggiatura che li caratterizza. No, Eli non è Saramago, ma sa scrivere storie avvincenti che ci danno una visione reale della vita di una valle discosta. Le persone che incontriamo in questi racconti sono vere, con pregi e difetti come tutti noi.

La prima presentazione avverrà il 3 maggio 2019 alla Biblioteca Cantonale di Locarno alle ore 18.15. con l’intervento quale moderatore il Prof. Jelmini e l’autore.

Buona lettura a tutti

Eli Mordasini (e Francesco Giudici)

La bugia che salvò il mondo

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di Nicoletta Bortolotti
edito da Einaudi Ragazzi
Copertina: flessibile
Formato: 14×19,5 cm
Prezzo: 11 euro
Pagine: 160

Amos non sa mentire. Cloe inventa bugie continuamente, soprattutto per non andare a scuola. Amos è figlio di un professore ebreo, Cloe è figlia di un maestro elementare, iscritto al partito fascista, che caccia Amos dalla sua classe proprio in quanto ebreo. Nell’ottobre 1938, a Roma, i due amici si incontrano regolarmente sulle rive del Tevere per chiacchierare e per pescare. Ai loro occhi, l’Ospedale Fatebenefratelli sull’Isola Tiberina è “il Castello”, circondato da un fiume impetuoso come le curve della fantasia. E il primario Giovanni Borromeo è “il Re”, che il 16 ottobre 1943, quando le SS rastrelleranno il ghetto ed entreranno nell’ospedale, salverà la vita agli ebrei ricoverati. Come? Raccontando del terribile e contagiosissimo morbo di K, la malattia (inesistente) da cui sarebbero stati affetti. E spaventando perfino i nazisti. Perché a volte la storia è una meravigliosa bugia…

Oskar Schindler il Giusto

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di Nicoletta Bortolotti
edito da Einaudi Ragazzi
Copertina: flessibile
Formato: 14×18,8 cm
Prezzo: 10 euro
Pagine: 160

Sette sono i rami dell’albero della vita. Sette sono i luoghi in cui si è svolta l’epica avventura di Oskar Schindler, l’uomo che a Cracovia, durante la Seconda guerra mondiale, diede rifugio nella sua fabbrica di stoviglie a migliaia di ebrei. Fino ad arrivare al gesto più estremo: verso la fine della guerra, Oskar trasferì la sua azienda in Cecoslovacchia e compilò, con l’aiuto di Stern, una lista di 1100 nomi da strappare alla camera a gas. Nomi che non furono vento. Ma parola, vita.

Chiamami sottovoce

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di Nicoletta Bortolotti
edito da HarperCollins
Copertina: rigida
Prezzo: 17 euro
Pagine: 357

È primavera, eppure la neve ricopre la cima del San Gottardo, monumento di roccia che si staglia sopra il piccolo paese di Airolo. La Maison des roses è ancora lì, circondata da una schiera di abeti secolari: sono passati molti anni, ma a Nicole basta aprire il cancello di ferro battuto della casa d’infanzia per ritrovarsi immersa nel profumo delle primule selvatiche ed essere trasportata nei ricordi di un tempo che credeva sommerso.

È il 1976 e Nicole ha otto anni, un’età in bilico tra favole e realtà, in cui gli spiriti della montagna accendono lanterne per fare luce su mondi immaginari.

Nicole ha un segreto. Nessuno lo sa tranne lei, ma accanto alla sua casa vive Michele, che di anni ne ha nove e in Svizzera non può stare. È un bambino proibito. Ha superato la frontiera nascosto nel bagagliaio di una Fiat 131, disegnando con la fantasia profili di montagne innevate e laghi ghiacciati.

Adesso Michele vive in una soffitta, e come uniche compagne ha le sue paure e qualche matita per disegnare arcobaleni colorati sul muro. Le regole dei suoi genitori sono chiare: “Non ridere, non piangere, non fare rumore”. Ma i bambini non temono i divieti degli adulti, e Nicole e Michele stringono un’amicizia fatta di passeggiate furtive nel bosco e crepuscoli passati a cercare le prime stelle. Fino a quando la finestra della soffitta s’illumina per sbaglio, i contorni del disegno di due bambini stilizzati si sciolgono nella neve e le tracce di Michele si perdono nel tempo. Da quel giorno, Nicole porta dentro di sé una colpa inconfessabile. Una colpa che l’ha rinchiusa in un presente sospeso, ma che adesso è arrivato il momento di liberare per trovare la verità.

Questa è la storia di un’amicizia interrotta e di un segreto mai svelato. Ma è anche la storia di come la vita, a volte, ci conceda una seconda occasione. Chiamami sottovoce è un romanzo potente su un episodio dimenticato del nostro passato recente. Perché c’è chi semina odio, ma anche chi rischia la propria libertà per aiutare gli indifesi.

Livio trovami

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di Mirko Stoppa
autoprodotto su Createspace independent Publishing Plattform (Amazon)
Copertina: flessibile
Pagine: 140
Prezzo: 12,51 euro
In vendita su amazon.it

Dopo aver risolto il caso del primo assassino seriale della storia moderna della criminalità del Ticino, e scoperto il legame tra alcuni casi del passato e gli omicidi di persone attive nel Luganese, l’ex poliziotto Livio Rezzonico è sfidato. Le mura dei castelli di Bellinzona e un monte sopra Mezzovico fanno da sfondo in una corsa contro il tempo dove i perdenti non sono solo i morti.

Hircus occidit Lavis

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di Mirko Stoppa
autoprodotto su Createspace independent Publishing Plattform (Amazon)
Copertina: flessibile
Pagine: 156
In vendita su amazon.it

Dopo aver fermato il primo assassino seriale della storia moderna della criminalità del Ticino (Svizzera), l’ex poliziotto Livio Rezzonico diventa il custode dei casi irrisolti del passato. Nel suo lavoro s’imbatte in alcuni casi anomali che sembrano collegati tra loro, ma la cosa più preoccupante è che il presunto assassino sembra ancora attivo. Il ritorno di una figura atipica in una Lugano che scopre di avere un lato oscuro.