Italianità: Un bene da tutelare

La Svizzera che pensa, scrive e sogna in italiano (1): il Vallese è l'unico cantone ad aver inserito l'italianità nella lista dei patrimoni immateriali

martedì 02/01/18 20:36, sulla RSI: vedi il sito RSI.

Il Quotidiano parte alla scoperta della “Svizzera che pensa, scrive e sogna in italiano”. Prendendo spunto dalla celebre frase di Ignazio Cassis, espressa al momento della sua elezione in Consiglio federale, Michele Trefogli ci porta in viaggio attraverso il paese per scoprire storie di italianità. Quattro reportage attorno alla cultura e alla lingua di Dante, in onda da martedì 2 gennaio a venerdì 5 gennaio.

Il Vallese è l’unico dei 26 cantoni svizzeri ad aver inserito l’italianità nella sua lista dei beni immateriali. E non a caso: il cantone bilingue confina con l’Italia per 740 chilometri. Una legame che si perde nella notte dei tempi. Da secoli infatti – dai tempi dell’Impero Romano, col suo vino e il formaggio – ondate di migranti giungono da sud, portando i loro usi, i costumi e i saperi.

La storia socioeconomica vallesana ne è rimasta influenzata: le testimonianze della presenza italiana si ritrovano nell’architettura, nella cultura, nell’industria, nella costruzione di grandi opere (prima su tutti il Sempione) e nella quotidianità. E nel secondo dopoguerra sarà proprio una tragica vicenda vallesana a far cambiare l’atteggiamento degli svizzeri verso il popolo dei migranti.

Puntata 1: Un bene da tutelare

 

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Alberto Chollet

Alberto Chollet è un giornalista svizzero, nato a Lugano nel 1953.

È laureato all'Università di Bologna e ha lavorato come insegnante, animatore culturale, giornalista e produttore televisivo. Dal 1985 al 2013 si è occupato di cultura, di produzione fiction tv e di coproduzioni cinematografiche per la Televisione svizzera a Lugano (RSI), a Ginevra (RTS) e a Berna (SRG SSR).

Attualmente collabora con la Biennale dell'immagine di Chiasso, il Festival Diritti Umani di Lugano e Media per tutti.