Audace

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di Carmen Weiz
edito da Edizioni Quest
Formato cartaceo ed ebook
Pagine: 395
In vendita su amazon.it

In quanti modi diversi ci si può camuffare?
Dietro a quante maschere ci si può nascondere?
Per quanto tempo lui riuscirà a fare il doppio gioco?
Vivendo nella penombra, dissimulando, sfidando costantemente il destino?
Tic... tac.... tic... tac...
Mettendo la sua vita in pericolo, collaborando con il SIC - Servizio di Informazioni della Confederazione Svizzera.
Cercando di fermare uno spietato maniaco, in perenne lotta contro il tempo.
Sapeva che innamorarsi sarebbe stato uno sbaglio, ma lei... lei non era come tutte le altre donne, non chiedeva niente in cambio, prendeva solamente ciò che desiderava; anche lei indossava delle maschere e quando tutte le maschere cadranno niente sarà più come prima.

Fuori per sempre

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di Doris Femminis
edito da Marcos y Marcos
Pagine: 348

Giulia è smarrita come puoi esserlo a vent’anni se ti spaventa troppo il futuro.
La tentazione è sparire nella foresta, insieme alla sorella Annalisa, o seguire l’amica Alex, artista della fuga. Serve linfa vitale straripante per uscire dal gorgo in cui è caduta e starne fuori per sempre.
Un litigio risveglia pensieri insopportabili e Giulia salta in macchina, guida giù per la valle, ingoia pastiglie. Si sveglia all’ospedale psichiatrico, e diventa una furia: vuole uscire subito, tenta in tutti i modi di fuggire, rifiuta le cure e i camici bianchi. La dottoressa Sortelli ci mette tanto a conquistare la sua fiducia. La spinge a raccontare la storia della sorella Annalisa, che per Giulia è un macigno da superare. Una volta aperto il cuore, tutto si capovolge: da prigione, l’ospedale diventa una culla, e Giulia non vorrebbe più rinunciare alla sua tiepida protezione. Non si sente pronta ad affrontare la propria fragilità, e il rischio della vita vera. Nel pieno di questa resistenza, irrompe in reparto Alex Sanders, tutta fuoco e tempeste. Porta il fascino della fuga irresponsabile, e Giulia non resiste.

Chiara cantante e altre capraie

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di Doris Femminis
edito da Pentagora (2016)
Pagine: 226

In un villaggio di montagna d'inizio secolo, durante un inverno straordinario, una giovane sposa partorisce una bambina deforme, nutrendo così le paure dei Cavergnesi che temono le forze del Male. Grazie al trambusto che destabilizza anche la scorbutica Elisa, Vincenzo riesce a conquistarla e, dalla loro unione, nascono Emma e Chiara che, ognuna a modo suo, lotteranno per non farsi annientare dalla dispotica madre. Accanto a loro si intrecciano le vicende di Agata e delle sue scelte laboriose e di Marta, un'orfana timida marchiata dalla passione. Storie di amicizie tra donne e destini di solitudine, di amori contrastati, violenti e scandalosi, di maternità, miracoli, contrabbando, internati e partigiani di passaggio. Sullo sfondo della transumanza e dell'allevamento, quattro bambine diventano donne in un mondo di rigidi codici, confrontate al mutamento inafferrabile della guerra e del progresso che cambieranno per sempre la vita dei contadini.

L'ala scordata

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Poesie di Alberto Gianinazzi
edito da Aletti Editore

Prefazione di Alessandro Quasimodo

“Nel gran cerchio de l’Alpi, su ‘l granito / squallido e scialbo, su’ i ghiacciai candenti / regna sereno intenso ed infinito / nel suo gran¬de silenzio il mezzodì.” (Da Mezzogiorno alpino di Giosuè Carducci)

La raccolta di Alberto Gianinazzi dedica molto spazio al paesaggio montano. Il candore dei ghiacciai, il silenzio che regna tra le alte vette, il desiderio di raggiungere la meta sono temi fondamentali per capire la poetica dell’autore: “Qui su questo sasso erratico / approdato sulla riva glaciale / siedo sui miei pensieri…/ E più in alto ancora / sopra i pascoli morenici / l’ultimo pendio scosceso / della montagna, prima di toccare il cielo, / il manto bianco e le nevi eterne.” Questi scorci paesistici sembrano ricreare quell’armonia che abbiamo smarrito o dimenticato. Non è facile cercare il senso del nostro cammino, ritrovare un contatto con il trascendente, scoprire dove giunge il sentiero che stiamo percorrendo. Siamo simili al lupo solitario, senza più il branco di appartenenza, che si aggira triste, come il bracconiere, nella landa deserta, illuminata dalla luna. Interrogandoci sullo scopo del nostro viaggio, cerchiamo di instaurare un dialogo con gli altri. Proviamo, così, momenti di intensa passione, ma anche di inevitabili delusioni e abbandoni. L’amore, infatti, dona gioie, stati d’animo intensi e, nel contempo, dolore, quando la persona cara si allontana, magari repentinamente: “Chissà perché è stato / tutto inutile fra noi, / il lume di candela, / le tende colorate, / le coperte rivoltate…/ la cena preparata / la salvia e il rosmarino…/ la cucina lucidata?…” L’utilizzo di rime baciate e di anafore crea un ritmo particolare e focalizza il messaggio comunicato. Interessante nei versi citati il connubio tra toni aulici e quotidiani. Viene in mente il celebre testo di Guido Gozzano La signorina Felicita in cui l’andamento ironico evita che una situazione di profonda nostalgia si trasformi in sentimentalismo: “Tu non fai versi. Tagli le camicie / per tuo padre. Hai fatto la seconda / classe, t’han detto che la Terra è tonda, / ma tu non credi… E non mediti Nietzsche…” La silloge valorizza, in ogni caso, il rapporto con le altre persone e sottolinea l’importanza degli affetti familiari che restano sempre un punto di riferimento. Il padre, la madre, gli insegnanti rimangono nel nostro cuore. Affiorano ricordi di momenti trascorsi insieme che ci permettono di affrontare gravi angosce. Quando la morte pare dominare i nostri pensieri, ecco, invece, affacciarsi ancora la vita con i suoi colori affascinanti; l’ala scordata, che rinnova lo spirito, permette di cogliere segrete e insolite corrispondenze nella natura.

Dal tramonto all'alba

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Poesie di Noè Albergati
edito da alla chiara fonte

Prefazione di Simone Pellicioli

L'arca della poesia onesta

Il grande poeta Umberto Saba, nel suo celebre testo Quello che resta da fare ai poeti del 1911, scriveva che “ai poeti resta da fare la poesia onesta”. Questo è ciò che traspare dalla prima raccolta poetica di Noè Albergati, l’onestà di intenti e di sentimenti verso il proprio vissuto che riversa nei suoi versi. I componimenti prendono sempre ispirazione da un evento della sua vita che viene trasformato e reso universale dai ragionamenti e dalle sensazioni provate.

Gli elementi che emergono provengono dai luoghi in cui il poeta ha vissuto e dalle esperienze intraprese. Possiamo riconoscere i monti ticinesi, le selve e la vita contadina; le persone veramente incontrate come l’agricoltore o la signora anziana incrociati durante il servizio civile. Gli incontri non sono solamente quelli reali, ma anche e felicemente quelli letterari. Sfogliando le pagine incrociamo, più o meno nascosti, Orelli, Montale, Leopardi, Calvino, Magrelli, ecc.

I componimenti, non datati, non sono inseriti nella raccolta in ordine cronologico, ma tematico. Questo ci permette di avere in mano un lavoro omogeneo e meno legato alle contingenze connesse alla scrittura della prima stesura. Le poesie sono qui per la prima volta riunite e si mostrano nella loro forma definitiva. Rivisitate in occasione della presente pubblicazione, sono inserite in un percorso che le valorizza e le collega. Le gemme poetiche sono finalmente incastonate nella corona del macrotesto e risplendono così non solo di luce propria, ma anche grazie al riflesso e al riverbero che le altre emanano.

Dal tramonto all’alba ci impone un percorso a ritroso nel tempo, come se andare avanti, in questi tempi incerti, non fosse possibile. C’è la volontà di non farci attraversare la notte, fisica e metafisica, ma di riportarci verso le ore di luce e alla nascita di quella luminosità che ci permette di guardare, vedere e comprendere il mondo. Le varie sezioni offrono un bagliore e un barbaglio diverso per affrontare i testi e ci invitano a leggerle nel momento a loro dedicate, così che la lettura non possa essere svolta tutta d’un fiato, ma su diverse giornate, con la giusta lentezza con la quale dovrebbero essere godute e assimilate.

La temporalità è ispirata e in parte spiegata dalla prima poesia. In sostanza la regressione del giorno si lega al tenore generale della sezione, da un tramonto in cui grande peso hanno i ricordi, magari un po’ sbiaditi e malinconici, si passa al pomeriggio, ossia la maturità piena, quando le responsabilità e le scelte da prendere pesano di più, quando la consapevolezza che si ha è maggiore e quindi si avverte un’inquietudine più pungente. C’è poi la metà del giorno, lo Zenit, in cui il poeta ha inserito un testo di cerniera, che collegasse le parti. Il mattino equivale all’adolescenza, un periodo in cui si cercano dei modelli, ma in cui c’è anche il rischio di non distinguere quelli veri dai semplici idoli. L’alba è l’infanzia, quando tutto sembra più chiaro perché si ha un orizzonte limitato, quando tutto sembra positivo, perché si sta ancora esplorando e scoprendo. La notte sarebbe il momento prima della nascita, i mesi del feto, che ha già sensazioni e impressioni, ma frammentarie, così come lo sono i testi proposti.

Tutti questi momenti si legano però anche a come i raggi del sole illuminano nei vari momenti della giornata, da una perdita di colore, come se gli oggetti si spegnessero o si allontanassero al tramonto, a una luce intensa, che evidenzia tutti i difetti nel pomeriggio, al mattino dove c’è una luminosità meno cruda, più dolce e positiva, all’alba che delinea i contorni degli oggetti e ridona loro colore, facendoli riemergere dalla notte.

Ritornare all’alba dei tempi, o più semplicemente all’inizio della metaforica giornata, ci permette di tornare alle nostre origini, all’essenza degli elementi quotidiani che diamo per scontati. Questo viaggio a ritroso il poeta lo compie anche a livello culturale, c’è una sezione che prende spunto dal mito e che lo fa proprio modernizzandolo e dissacrandolo. Le poesie sono un punto fissato nel continuum spazio-temporale al quale l’autore e i lettori possono tornare, come attraverso una speciale macchina del tempo, per rivivere i momenti più significativi di un’esistenza, i momenti che, attraverso una riflessione, ci hanno permesso di cambiare il nostro sguardo sulla realtà.

Questo giorno al contrario è quindi al contempo il desiderio del regresso, davanti alle difficoltà, di tornare agli instanti in cui tutto era più facile, fino all’estremo dell’annullamento nel grembo materno, ma anche la volontà di lottare, di andare avanti, proprio facendo frutto di tutti i momenti, di vivere fino in fondo i nostri attimi, comprendendoli il più possibile. Il fatto che le sezioni coesistano all’interno dello stesso libretto, rispecchia l’analoga compresenza di questi diversi momenti in tutta la nostra vita.

Dal punto di vista formale le poesie sono molto diverse, alcune hanno un titolo, altre no, alcune hanno delle strofe, altre sono monolitiche, alcune giocano con la varianza dei versi, altre sono più formali e rigorose, con le proprie regole interne. Le rime, considerate forse un gioco facile, vengono usate con parsimonia e perciò sono ancora più preziose e importanti quando utilizzate. La lingua, anche se mai banale, non sfocia in astruse ricercatezze o lemmi desueti, ma resta ancorata alla concretezza e alla chiarezza delle intenzioni esposte. L’uso sapiente delle figure retoriche dimostra la frequentazione di testi importanti e la padronanza degli strumenti lirici. Un elemento interessante, e forse unico nel suo genere, è l’utilizzo delle parentesi per sdoppiare il significato di alcune parole. Per esempio la parola “sche(r)mi” in una poesia assume il duplice significato di “schemi” e “schermi”.

Nella poesia Il profeta viene mostrato l’essere umano nella sua più nuda vanità, nelle sue stranezze, con i suoi paradossi e le sue contraddizioni. In questa poesia manifesto l’autore si espone maggiormente, ma non giudica. Anche lui chiede, nel poema Finestre come cornee smerigliate, di poter essere “falso profeta del suo futuro”, dimostrando la sua umanità e l’appartenenza a una società che ha bisogno di sondare l’avvenire, generando però legami saldi con il passato e testi intrisi di radici. Saba stesso aveva previsto l’urgenza degli elementi che Albergati ha racchiuso nella sua poetica: “Ai poeti della generazione presente resta … un ritorno alle origini: con un’opera forse più di selezione e di rifacimento che di novissima creazione: resta ad essi quello che finora fu solo raramente e parzialmente compiuto, la poesia onesta.”

Complimenti, in amicizia, all’autore, con l’augurio che la sua opera prima sia solamente la prima di una lunga e fortunata carriera di scrittore.

Residenze creative a Maggia e Palermo nel 2020

Condividiamo con piacere le proposte offerte dal Dipartimento dell’educazione, della cultura e dello sport (DECS) e apparse sul Foglio ufficiale 102/2019 di venerdì 20 dicembre.

Bando di concorso
Residenza creativa a Maggia

Il Dipartimento dell’educazione, della cultura e dello sport, per il tramite della Divisione della cultura e degli studi universitari, apre il bando di concorso per due residenze creative in ambito letterario della durata di due mesi a Maggia, con l’obiettivo di incentivare le relazioni tra i/le candidati/e selezionati/e e il territorio ospitante e di promuovere lo scambio culturale.

Il concorso 2020 è rivolto a scrittori svizzeri maggiorenni. Il/La candidato/a selezionato/a riceve un'indennità giornaliera per le spese di sostentamento, equivalente ad un contributo mensile di fr. 2000.– presso la Residenza Sotto le Piazze a Maggia dal 1° maggio al 30 giugno 2020 (residenza primaverile) e dal 1° settembre al 31 ottobre 2020 (residenza autunnale).

Agli interessati è richiesto l’invio di una lettera di motivazione della candidatura, del proprio CV con l’indicazione delle borse di studio precedenti, residenze, premi, pubblicazioni, la descrizione del progetto che s’intende realizzare durante la residenza e il periodo di residenza scelto (primaverile o autunnale). Ai candidati selezionati si richiede la disponibilità per una lettura pubblica e la consegna del progetto realizzato per eventuale pubblicazione nella collana della Divisione. È infine richiesta la redazione di un breve rapporto di residenza al termine del periodo.

La selezione è svolta da un comitato di esperti e di rappresentanti delle istituzioni. Le candidature sono da inviare in formato digitale a questo indirizzo: decs-dc@ti.ch oggetto «Bando Maggia primavera» oppure «Bando Maggia autunno».

Il bando è pubblicato il 20 dicembre 2019. Il termine per l’inoltro delle candidature è il 3 febbraio 2020. Il 6 aprile 2020 sarà data comunicazione ai candidati sugli esiti del concorso.

Bellinzona, 20 dicembre 2019

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Bando di concorso
Residenza creativa a Palermo

Il Dipartimento dell’educazione, della cultura e dello sport, per il tramite della Divisione della cultura e degli studi universitari, apre il bando di concorso per una residenza creativa in ambito letterario della durata di due mesi a Palermo, con l’obiettivo di incentivare le relazioni tra il/la candidato/a selezionato/a e il territorio ospitante e di promuovere lo scambio culturale.

Il concorso 2020 è rivolto a scrittori di nazionalità svizzera residenti nel Cantone Ticino da almeno tre anni. Limite di età: 40 anni alla scadenza del bando.

Il/La candidato/a selezionato/a riceve un'indennità giornaliera per le spese di sostentamento a Palermo, equivalente ad un contributo mensile di fr. 1500.– e l’alloggio dal 1° ottobre al 30 novembre 2020 presso Palazzo Butera a Palermo (alloggio in camera con bagno, area comune per cucinare). Il periodo di residenza è fisso. L’accoglienza a Palermo è assicurata dall’Istituto Svizzero e da Palazzo Butera.

Agli interessati è richiesto l’invio di una lettera di motivazione della candidatura, del proprio CV con attestati e copia del passaporto o carta d’identità, e la descrizione del progetto che s’intende realizzare durante la residenza a questo indirizzo: decs-dc@ti.ch oggetto «Bando Palermo».

La selezione è svolta da un comitato di esperti e di rappresentanti delle istituzioni. Al/Alla candidato/a selezionato/a si richiede la consegna del progetto realizzato per eventuale pubblicazione nella collana della Divisione e la redazione di un breve rapporto di residenza al termine del periodo.

Il bando è pubblicato il 20 dicembre 2019. Il termine per l’inoltro delle candidature è il 3 febbraio 2020. Il 6 aprile 2020 sarà data comunicazione ai candidati sull’esito del concorso.

Bellinzona, 20 dicembre 2019

Il freddo respiro del lago

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di Giovanni Soldati
edito da Fontana Edizioni
Copertina: flessibile, 13x20 cm
Prezzo: 18 franchi
Pagine: 178

Adriana Veri, l’affascinante commissaria di una cittadina affacciata sul lago, si trova confrontata con un controverso caso di suicidio. Tramite la soffiata di un personaggio che a lungo misterioso, la vicenda diviene vieppiù complessa e coinvolgente. Davvero si tratta di suicidio? L’aiuto di un giornalista, col quale si instaura presto una relazione sentimentale sempre più intensa, porta la donna a fare i conti col passato e con le proprie fragilità. Indagando su precedenti casi analoghi emergono evidenti, e criminosi, punti in comune. È solo casualità o il disegno di un assassino seriale? Alla commissaria, con la sua collaudata squadra, l’arduo compito di sbrogliare la matassa e di restituire serenità alla piccola cittadina di provincia. Un romanzo, Il freddo respiro del lago, nel quale emozioni e sentimenti forti, ormai da considerarsi cifra stilistica dell’autore, giocano un ruolo fondamentale. Un giallo psicologico con immancabile finale a sorpresa. Giovanni Soldati, nato nel 1953, vive a Novazzano, dove ha insegnato per 42 anni. La scrittura è da sempre una passione e una necessità. Soldati ha pubblicato racconti, romanzi e qualche timida poesia. Diversi suoi racconti sono stati premiati a più riprese in occasione di Chiassoletteraria, Premio Fogazzaro, Castelli di carta, Premio Pontemagico, Premio Città di Como, Premio Andrea Testore – Plinio Martini, Premio Caffè delle Arti/Roma. Nel 2018 aveva pubblicato per Fontana un altro romanzo poliziesco Qualcuno sa perché, un libro che rappresenta un antefatto della sua nuova pubblicazione, per tematiche e stile.

Il mio nome era 125

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di Matteo Beltrami
edito da Edizioni Ulivo

“Il mio nome era 125” è un romanzo storico sul tema delle misure coercitive a scopi assistenziali, metodi di internamento di minori e adulti che hanno caratterizzato il funzionamento sociale e istituzionale del nostro paese per molti decenni, fino all’inizio degli anni Ottanta. Il libro è biografico, è ambientato prevalentemente a Bellinzona ed è ispirato dalla reale storia di Piero, un bambino nato nel 1948 che viene internato presso l’Istituto von Mentlen, tutt’oggi attivo nella capitale ticinese.

Piloti ticinesi da Grand Prix – 111 anni di emozioni

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di Giorgio Keller
edito da Fontana Edizioni
Prezzo: 58 franchi
Pagine: 400, con 1100 fotografie

Vittorie da prime pagine internazionali, imprese poco note, sconfitte brucianti e auto ferme ai box: attorno a questi paletti l’autore Giorgio Keller ha seguito una quarantina di traiettorie accomunate da un legame comune al sud delle Alpi. «Piloti ticinesi da Grand Prix - 111 anni di emozioni» (Fontana Edizioni) è un nuovissimo libro che esce i primi giorni di dicembre, ricco di ben 400 pagine che ci conduce lungo questi viaggi nella storia di un'attività iniziata all'inizio del secolo scorso, raccontando in modo coinvolgente le gesta, gli episodi di vita e di avventure che hanno fatto del nostro cantone quello che più di tutti ha forgiato corridori di Gran Premi (GP), Motomondiale o alla 24 Ore di Le Mans. A introdurre ogni biografia un sommarietto che incuriosisce e proietta nel cuore della vicenda sportiva de! protagonista di turno, di cui l'autore, oltre alla carriera, tratteggia origini e personalità, completandolo con aneddoti, amicizie, legami e rotture di motore. I giri della vita insomma: un mosaico di vissuti, incontri e - nel vero senso del termine - scontri che costellano le cronache di queste vite spinte ai limiti. Ritratti che si espandono e vengono collocati in un contesto più ampio della storia dello sport motoristico, e di quella con la S maiuscola.